
Poesia | I poeti hanno volti deformi di Matteo Mingoli

«Matteo Mingoli lo sa e lo affronta, dove tutto cade inesorabilmente a pezzi, riordina il mondo un poco alla volta/a coppie di dispari. I poeti leggono il caos e scrivono di esso in un linguaggio comprensibile solo dall’abisso del nostro più intimo sé. Parlano alla natura umana, utilizzando il suo stesso codice, diventano parte di essa, contorti, schiacciati dall’abisso che indagano, spappolati, aggrovigliati a quell’orrore di cui ognuno è parte, di cui ciascuno è capace. I poeti sbattono la faccia contro la condensata realtà che muove le nostre emozioni e passioni e per questo i poeti hanno volti deformi, ma a leggere attentamente tra le loro rughe d’espressione possiamo cogliere l’eroismo di chi non si arrende davanti al baratro imminente».
da "Eroi dai volti deformi", prefazione di Flavio Carlini a Matteo Mingoli, I poeti hanno volti deformi, Edizioni Haiku e Casa Utopia, 2017
è stato così bello tradire quel mio amico
sfidarlo a muso duro
senza vincoli
ed esser poi magnanimo
aiutarlo a consolarsi addosso
staccarsi come cellula si stacca
per viver da un tutt’uno
libera
autarchica
soltanto da sé stessa
larva di specie nuova parassita
a consumar l’intorno
perfino i propri passi
perduta e naturale
alla sopravvivenza
è stato così bello
e fosse finalmente
tutto
così logico com’è
saremmo un po’ più simili
scordandoci i rimorsi inutili
ed io non rimarrei quaggiù
a pensar poi se c’è qualcuno
vicino
come me
nell’universo attorno
huston
abbiamo un problema
siam piattole
pidocchi
vermi palla
e ci vendiamo cigni
aquile
gazzelle
leoni
lupi
lepri
volpi
scimmie
intelligenti
a ben vedere
siamo deboli
e tutto ciò che abbiamo
è restar vivi
da singoli individui
e come tali
formar gruppi
razze
colonie
e poi raderle al suolo
succhiando tutto il gusto
per poi ricominciare ancora tutto
un’altra volta
a un metro di distanza
***
tutto è in pezzi
tutto si sgretola in fini pezzetti
ed io li conservo
uno per volta
come in rosario
tutti i miei mobili son cibo dei tarli
tutti i miei fogli stanno ingiallendo
tutti i miei libri son pieni di polvere
tutto tutto tutto in pezzetti
tutto esploderà fra mille stelle in pezzi
ed io li immagino
quell’ultima volta saranno scintille
il mio tempo sbiadisce in stanchezza
i miei ricordi perdono luce
tutto è a pezzetti
tutto cade inesorabilmente a pezzi
ed io li rattoppo
l’un l’altro ancora una volta
per non perderne alcuno
la clessidra sul mio comodino si muove a ogni sussurro
***
mi piacerebbe vederti in un porno
guardarti scopata e scopare di gusto
sentir frustare i tuoi capelli sciolti
sul dorso
nel brusco ondeggiare
a ogni tuo gemito
restare di stucco per il tuo stupore
tremare di voglia
volerti toccare
morire
a bocca asciutta
la lingua di fuori
vederti protagonista in un lungo piacere
stremata e contenta
sicura
sorridere in camera
grondante sudore
donarti in maniera completa
giacere con dolce vergogna
sapermi a guardare
***
ci sono serate di urli nell’aria e ventosissime nuvole
accavallate l’una all’altra il cielo che copre ogni luce
dall’asfalto pozzo nero della strada lo vedo
quell’uomo al sassofono lo vedo suonare in finestra
ed è già tantissimo a pensarci ció che farei se fossi così
ma quest’infinita tristezza che scorre silente e m’avvolge
tra le mie costole il vuoto stringe di artigli a punte fine
e il buio è l’unico posto in cui trovo conforto
così nottàmbulo abùlico passo
la mia esistenza a scioglierla
dai grumi pensosi sul petto
Matteo Mingoli