
Poesia | L'aiuto a non morire di Arianna Vartolo
Era il Cile del '69, e tu aspettavi il Silenzio. Ti facesti
gocce - in quella attesa; solubile materia e lieve. La trasparenza lasciava
vedere i tuoi umori sacri, in istantanee di pioggia. Sapevi
dell'Amore; lo sapevi lì.
***
"L'infinito significa", ripetevi ancora - toccando l’aria incisa da umori e da racconti. Ti vedevo leggere l'oltre, dove
non eravamo certi ci fosse fuoco, o gioco di stelle; bruciava - sì - ed era luce. Ignoto sarebbe
rimasto per chi avesse tentato, almeno, di capire. Noi non provammo.
***
Le nove e trentatré, e tu camminavi su equilibri di ombre e ringhiere; seguivi quelle linee senza
corpo - quei solchi scuri. Ipotizzavi il loro nascondere universi altri, o - solo - ti divertiva pensarlo. Intanto i
sorrisi, e le poche luci lontane.
***
Le tue mani nello sfiorare l'impossibile, a cercare un eterno seguito - i miei occhi. Lasciano tratti di colore, cicatrici; sono storie, brevi racconti (quelli che piacciono a noi). "Siamo
quasi arrivati" diciamo; ma non sappiamo dove.
***
Forse era il sole in una Barcellona ideale.
Tepore - liquido - a una fermata; sul suolo, voragini: viste - lì - cedono
il passo lento a sguardi diversi. Di questo, mi hai detto