
Poesia | Non si può imporre il colore ad una rosa di Francesco Tomada
Aggiornamento: 11 dic 2019
Poesie estratte dalla raccolta Non si può imporre il colore ad una rosa (Carteggi Letterari, 2016)
Cave del Predil
La miniera è chiusa da vent'anni ma qui tutto è ancora miniera. Le case sono state costruite per i lavoranti, il museo si è preso lo stabilimento dove si purificava il piombo, il pendio della montagna è un accumulo di pietre scavate da là sotto. Quando nevica d'inverno i fiocchi sono grossi e lenti, come quando capovolgi le sfere trasparenti che contengono un paesaggio.
Rovescia ancora quella sfera. Che la neve cada verso l'alto e si raccolga nella concavità del cielo. Che la terra discenda nel vuoto delle gallerie da dove è venuta. Che tutti gli uomini risalgano salvi. Torna più indietro, prima di silicosi e pleuriti. Fino alla festa di Santa Barbara, quando vestivano i loro completi con ventinove bottoni dorati e lo sguardo fiero di chi tutti i giorni scende nel mondo e lo spacca davvero.
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ad A.
Io chiedo che cosa ha tua mamma e tu rispondi un tumore
il male che non si può nominare tu lo pronunci in modo disarmante come dire tazza albero ombrello un oggetto qualsiasi che esiste e dunque parliamone pure
come se il cancro di tua madre fosse una cosa da cui tu puoi guarire
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L'amore sbilenco
Ti si blocca l’articolazione della bocca per il medico è l’artrite che si annuncia un inizio di vecchiaia
ma quando tu non stai bene tutta la famiglia si ammala non puoi sorridere non puoi mangiare
in pochi giorni perdi quei chili di troppo che avevi indossato
e io mi vergogno di guardarti con questi occhi adesso che il dolore ti rende così bella
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L'appello
Daniele che mangiava yogurt al caffè Giuseppe figlio di un generale in pensione Cinzia che abitava in via del Pasco quasi fuori dal paese
Mery così esuberante da sembrare già un'adolescente di quelle che più avanti ci avrebbero intimoriti Remo troppo disordinato per concludere un lavoro infatti a cinquant'anni è ancora disoccupato
Nicola si è sposato proprio oggi con due figli grandi dal matrimonio di prima Francesco mio compagno di pozzanghere invece si è sposato appena è riuscito con la ragazza più ricca di Udine
Maria Pia ne ero follemente perso in seconda elementare per capire poi che l'amore adulto
non è qualcosa di così diverso
Vittorino sincero e generoso con tutti l'ultima volta lo ho lasciato nell'ottantasei in coma etilico su un divano
Ivan distrutto di eroina nel novantotto
su una panchina di Cervignano e altri che invece muoiono lentamente come impiegati infermiere oppure avvocati che non si difendono neppure da se stessi
ci siamo tutti nella fotografia
Remo con il caschetto spettinato e biondo Maria Pia che spero venga venerata come allora Ivan che sorride di una gioia ancora senza alternative tutti stretti intorno alla maestra Rita
è perché vi voglio bene che vi ricordo così abbracciati nella nostra infanzia perfetta è per questo che non voglio ritrovarvi oggi fare il conto di chi manca e degli altri scoprire cosa siamo diventati
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Presente
Nella foto della mia seconda elementare i grembiuli neri tutti uguali i colletti bianchi io non riesco a riconoscermi al contrario Alessio senza esitazione punta il dito e dice tu sei qui
quante cose sanno i nostri figli su di noi cose che non dovevano scoprire
quello che mi mostra è l'unico bambino che non ride