
Poesia | Prima della luce, Marco Maraldi
Prima della luce, testi inediti
Presto risolleverai la polvere
al mio sforzo
che getterai persuaso
nel di dentro sbreccato di qualsiasi bicchiere
così stremata mi ricondurrai
la grazia dai piccolissimi affanni
della materia. Al mio vortice vacilla
la densità dell’acqua
**
Teorie dell’aldilà, spine
trascinate verso il petto.
Non tutto era lì,
figli del calcolo. C’erano i fiori
da raccogliere e le dita
musicali da salvare. D’accordo,
faceva freddo e posso
a malapena dimenticare. Sei tu,
non c’è dubbio. Poi il capogiro
mutò con i suoi numeri.
Se mi sveglio sudato è per una forma
diversa del pensiero.
Anche queste sono state le incisioni
rientrate nel loro vero nome
**
Hanno dita, riemergono
voci incise nella carne
terre emerse in
emicranie del suolo,
vogliono qualcosa ma
senza apparizione.
Voltatoti circa a est
del firmamento si assottiglia
duramente. Partoriscono svelte
nella camera fumante i roditori che non
vengono mai alla luce
per il gioco delle palpebre
**
Di tutte le morti
ne ricordava una. Bisognava pronunciare la sete
quando ognuno ha un buco
sulla tua fronte di raffica
finché salvandolo
scannerai il lombrico, e quel che ne consegue.
Queste sono state le incisioni; antenati
riceveremo i codici
la ghianda pensa sé stessa, crede