
Poesia | testi di Rishi Dastidar

Nella prima delle tre poesie qui presentate, dal titolo“Dau”, Rishi Dastidar, poeta nato a Londra città in cui vive e lavora, ci parla della nostra condizione attuale, immersi in pieno lockdown, come di qualcosa che impedisce le relazioni sociali senza però riuscire a ostacolare l’immaginazione del poeta. La metafora usata ricorda quella più famosa regalataci da Emily Dickinson:
“Non c'è nessun vascello che, come un libro, possa portarci in paesi lontani, né cavallo che al galoppo superi le pagine di una poesia…”
che viene ribaltata, dove è l’immaginazione, la protagonista, a trasformarsi in dau, la tradizionale barca a vela araba con una o più vele latine. Meravigliosa l’immagine del kamal, strumento di osservazione che determina la latitudine dall'angolo tra la Stella Polare e l'orizzonte, al posto del cuore.
Malinconica l’idea del ricordo speso in tempo e tatto che non lascia tracce in “Nella mia tasca”.
Infine in “A bordo del ‘Tynesider’” scopriamo un Martin Luther King “angariato ‒ dal tempo come dai tempi” quanto mai vivo nelle parole e nei pensieri che ha lasciato in eredità al mondo come una valuta che non teme inflazione e che ci consegna al regno della speranza. (Valentina Meloni)
Dhow
Are you bored yet, bored of your desk,
your window, the same vista, not even
a breeze to make the starling fly faster?
I am bored of performing when I should
be meeting; I don’t know where my eyes
even go anymore. Only boring people are
ever bored, a boring person once said,
and sure my imagination isn’t locked down,
but then all I could think about was being
on a dhow right now, a kamal for a heart,
a lateen the only future, the infinite same
different from this. I can’t even swim.
Dau
Sei già stufo, stufo del tuo scrittoio,
la tua finestra, l’identica vista, neanche
una brezza a che lo storno voli più veloce?
Sono stufo di recitare mentre dovrei
incontrare; né più so dove vadano
i miei occhi. Solo la gente che stufa è
sempre stufa, disse una volta uno che stufava,
e certo la mia immaginazione non è in lockdown
ma allora riuscivo solo a pensare a essere
su un dau, all’istante, un kamal al posto del cuore,
una vela latina l’unico futuro, l’identico senza fine
diverso da questo. Non so neppure nuotare.
In my pocket
is the moment
I woke up
with you stroking
my left bicep,
the most gentle
of alarm clocks;
a well-practiced
image of intimacy
from a redeye’s
soon again stranger.
But it isn’t;
time and touch
leave nothing apart
from a memory.
Nella mia tasca
v’è il momento
in cui mi svegliavo
con te a carezzarmi
il bicipite sinistro,
la più dolce
fra le sveglie;
una ben praticata
immagine di intimità
da un volo notturno
presto di nuovo alieno.
Ma non lo è;
tempo e tatto
non lasciano nulla
se non un ricordo.
On board the ‘Tynesider’
On 13th November 1967, Martin Luther King travelled to Newcastle, to be awarded an honorary doctorate by Newcastle University.
All those hours in his study,
writing, drafting, polishing,
learning, rehearsing – until it
sounded like history spoke through
him, change spoke through him,
like God bent on fixing His mistakes
all at once spoke through him.
But actually he was at his best
when he was harried, harassed –
by time as well as the times –
at 1am on a slow train to somewhere
he would never go again, minting
coin as easily as he breathed, currency
we still spend in the realm of hope.
A bordo del “Tynesider”
Il 13 novembre del 1967 Martin Luther King andò a Newcastle, per ricevere dall’Università di Newcastle un dottorato honoris causa.
Tutte quelle ore nel suo studio,
a scrivere, redigere, limare,
imparare, recitare: finché
pareva che la storia parlasse per tramite
suo, e il cambiamento parlasse per tramite suo,
quasi che Dio, deciso a emendare i propri errori,
tutt’a un tratto parlasse per tramite suo.
Ma, a dire il vero, dava il meglio
quando era assillato, angariato ‒
dal tempo come dai tempi ‒
all’una di notte su un treno lento verso un luogo
dove mai sarebbe ritornato, a coniare
moneta con la stessa facilità con cui respirava, valuta
che spendiamo ancora nel regno della speranza.
Traduzioni di Angela D’Ambra
Revisione dei testi di Andrea Sirotti
Intermediazione di Emilia Mirazchiyska
Rishi Dastidar’s poetry has been published by the Financial Times and BBC amongst many others. He is a fellow of The Complete Works, a consulting editor at The Rialto magazine, a member of Malika’s Poetry Kitchen, and chair of writer development organization Spread The Word. A poem from his debut collection Ticker-tape was included in The Forward Book of Poetry 2018. A pamphlet, the break of a wave, was published by Offord Road Books in 2019, and he is also editor of The Craft: A Guide to Making Poetry Happen in the 21st Century (Nine Arches Press). His second collection, Saffron Jack, is published in the UK by Nine Arches Press.
La poesia di Rishi Dastidar è stata pubblicata, tra gli altri, dal Financial Times e dalla BBC. Rishi partecipa al programma [editoriale]The Complete Works, è consulente editoriale della rivista The Rialto, membro di Malika’s Poetry Kitchen e presidente dell'organizzazione Spread The Word per l’aumento degli scrittori. Una poesia dalla sua opera prima, l’antologia Ticker-tape, è stata inclusa in The Forward Book of Poetry 2018. Un opuscolo, The break of a wave, è stato pubblicato da Offord Road Books nel 2019. Rishi è anche editore di The Craft: A Guide to Making Poetry Happen in the 21st Century (Nine Arches Press). La sua seconda raccolta, Saffron Jack, è pubblicata nel Regno Unito da Nine Arches Press.
Angela D’Ambra si è laureata in Lingue e Letterature Straniere (Università di Firenze) nel 2008. Nel 2009 ha conseguito il diploma di Master II in traduzione di testi post-coloniali in lingua inglese (Pisa); nel 2015, la laurea in Lettere moderne (Firenze); nel 2019, la laurea magistrale in Teorie della Comunicazione (Firenze). Dal 2010 traduce, a livello amatoriale (non-profit), poesia postcoloniale in lingua inglese. Le sue traduzioni sono apparse su varie riviste italiane online e cartacee. Ha pubblicato tre libri di poesia canadese in traduzione italiana: Gary Geddes, Essere morti a Venezia (novembre 2019); Glen Sorestad, Betulle danzanti (febbraio 2020), Susan McMaster, Visitazioni (marzo 2020). Le tre plaquette sono pubblicate da IMPREMIX, Torino.
Angela D’Ambra achieved an advanced degree in Foreign Languages & Literatures (2008: University of Florence). In 2009, she achieved a Master II degree (translation of post-colonial texts: English & Italian) at University of Pisa. In 2015, she achieved a Bachelor degree in Modern Italian Literature. In 2019 an advanced degree in Theories of Communication (University of Florence). In 2010, she started her activity as a non-profit translator of postcolonial poetry. Her translations have been published by several Italian magazines. She translated three chapbooks of Canadian poetry into Italian (series Maple Leaves): Gary Geddes, Essere morti a Venezia (Nov. 2019); Glen Sorestad, Betulle danzanti (Feb. 2020), Susan McMaster, Visitazioni (March 2020). The three chapbooks are published by IMPREMIX, Torino.